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MORGELLONS:IL RAPPORTO STANINGER(in italiano+English)

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IL RAPPORTO STANINGER
traduzione di Zret e Straker       
07/11/2007 
PRIMA PARTE

Fonte: http://sciechimiche-zret.blogspot.com/2007/09/il-rapporto-staninger-prima-parte.html

Pubblichiamo la prima parte della relazione della dottoressa
Hildegarde Staninger . Lo studio è stato presentato il 6 settembre
2007, durante il convegno internazionale svoltosi nell’ambito del
National Registry of Environmental Professionals di San Antonio,
Texas.

Necesse est ut scandala veniant

Morgellons: Nano-911 A Foreign Invader

by Dr. Hildegarde Staninger

Presented at the
National Registry of Environmental Professionals
2007 Annual Conference, September 6, 2007, San Antonio, Texas

www.nrep.org  

MORGELLONS: A NANO-911 FOREIGN INVADER
by Hildegarde Staninger, Ph.D., RIET-1
Integrative Health Systems, LLC, 415 3/4th N. Larchmont Blvd.,
Los Angeles, California 90004
Tel: 323-466-2599
Fax: 323-466-2774

Si profila all’orizzonte una malattia ambientale che aggredirà
molte persone e l’ambiente del futuro. Il suo impatto sarà maggiore
rispetto a quello del DDT, del PCB e dell’amianto. Questa patologia
è il Morgellons: un invasore nano-tecnologico in stile 9 11. Ha
molti nomi: malattia delle fibre, malattia del mistero, parassitosi
immaginaria e sindrome dermatologica sconosciuta. Esistono 93
sintomi visibili. E’ una malattia silenziosa, intelligente,
luccicante, alimentata da batterie che contengono metalli. Quando
colpisce la vittima, si avverte come una scheggia di vetro che
trafigge la pelle. E’ come una scheggia centocinquanta volte più
piccola di un virus, invisibile ad occhio nudo. Essendo una
trafittura così silenziosa, solo chi è stato aggredito, ne conosce
la vera natura. Di origine umana, questi materiali nano-
tecnologici, in grado di assemblarsi autonomamente, possono essere
usati per creare farmaci, prodotti chimici, nervi artificiali,
cervelli artificiali, pseudo-pelle e sistemi elettronici
molecolari. Sì! Il morbo è stato modellato sulla base delle
meraviglie della natura, ma è al 100 % di origine umana. La pozione
nanotecnologica è stata versata da un alambicco da cui sono
fuoriuscite disgrazie nascoste dietro un’apparenza di
insospettabile innocuità. (dott.ssa Hildegarde Staninger)

Diffusione del morbo nel mondo – Ogni giorno 1000 nuovi casi

Estratti dalla relazione MORGELLONS: A NANO-911 FOREIGN INVADER

Introduzione agli invasori chimici

Piante, uomini ed animali sono costantemente esposti, nel loro
ambiente, ad una vasta gamma di sostanze chimiche estranee agli
organismi naturali. Queste sostanze possono essere di origine
naturale o umana. In genere i composti lipofilici sono facilmente
assorbiti attraverso la pelle, i polmoni o il tratto
gastrointestinale. Un’esposizione costante o anche intermittente a
queste sostanze lipofiliche potrebbe sfociare in un loro accumulo
nell’organismo, a meno che non siano presenti mezzi per
l’eliminazione. Inoltre, le sostanze chimiche possono essere
espulse attraverso l’urina, la bile, le feci, l’aria espirata e la
traspirazione. Tranne che per l’espirazione, la facilità con cui i
composti chimici sono eliminati dall’organismo, dipende in larga
misura dalla loro solubilità in acqua. Questo è particolarmente
vero per le sostanze chimiche non volatili, che sono eliminate con
l’urina e le feci, le vie prevalenti di espulsione. I composti
lipofilici, che sono presenti in questi fluidi, tendono a
diffondersi nelle membrane cellulari e ad essere riassorbiti,
mentre i composti solubili in acqua vengono espulsi. In questo modo
si spiega perché le sostanze lipofiliche possono accumularsi
nell’organismo: esse sono facilmente assorbite, ma scarsamente
escrete.

Fortunatamente gli organismi animali hanno sviluppato una serie di
processi chimici che convertono i composti lipofilici in metaboliti
solubili in acqua. Questi processi sono definiti
“biotrasformazioni” e sono di natura enzimatica. Si potrebbe
mettere in rilievo che la biotrasformazione è la somma di quei
processi attraverso i quali un agente estraneo, come una sostanza
chimica, è soggetto ad un cambiamento chimico per opera degli
organismi viventi. Questa definizione implica che una particolare
sostanza chimica può essere sottoposta ad un certo numero di
processi. Ciò può significare che la molecola principale è
modificata chimicamente o che un particolare metabolita del
composto principale, può essere soggetto ad una modificazione
supplementare. Il risultato finale delle reazioni di
biotrasformazione è che i metaboliti sono chimicamente distinti dal
composto principale. I metaboliti sono, di solito, più idrofilici
del composto principale. La solubilità in acqua riduce la capacità
del metabolita di scindersi in membrane biologiche e questo riduce
la distribuzione dei metaboliti nei vari tessuti, diminuisce i
metaboliti renali e, infine, favorisce l’espulsione delle sostanze
chimiche attraverso l’urina, la bile e le feci.

Il Morgellons è una malattia che colpisce uomini ed animali con
circa 93 sintomi. Gli uomini colpiti da questo morbo, rintracciano
fibre colorate che crescono sotto pelle nonché lesioni da cui
trasuda un materiale simile al gel o possono avere la sensazione di
una scheggia di vetro che trafigge il derma come un ago. L’esame
tossicologico dei campioni estratti da un paziente cui è stata
diagnosticata questa sindrome e che aveva subìto un’operazione al
ginocchio, rivelavano che il campione conteneva silicone e silica.
Ulteriori analisi di questi campioni, eseguiti usando la tecnologia
Micro Raman, rivelarono che le fibre erano composte da due parti di
poliammide, come una cannuccia di plastica terminante in una testa
di silicone. Il poliammide è un materiale sintetico. E’ nylon con
un altro nome. Il nylon è un composto lipofatico, proprio come il
silicone. Inoltre, fibre di polietilene sono state trovate nei
talloni e nei piedi di alcuni pazienti. La differenza tra questi
composti e quelli prodotti industrialmente è la seguente: i primi
sono di nano dimensioni.

Nano-dimensione significa che lo zero è seguito da nove decimali.
E’ inferiore alla larghezza di un capello umano. Com’è possibile
che qualcosa di così piccolo sia tanto dannoso alle persone? I nano-
materiali, che hanno molteplici usi, come la polvere intelligente,
i nano-gel, i punti quantici, i nano tubi, i nanofili, sono parte
di un campo in espansione della nonotecnologia. Se qualcosa è così
piccolo da non stimolare il sistema immunitario a reagire ad
un’aggressione esterna, si verificherà una reazione cellulare
tossicologica. Questi materiali sono stati trovati nel paziente che
aveva subìto l’operazione al ginocchio. Il paziente aveva delle
fibre blu che non bruciavano a 1400° F ed indurivano il gel che
causava le lesioni. Questi campioni erano correlati ad una
patologia tossicologica.

Non importa quale sia l’agente biologico o chimico, l’organismo si
è adattato per proteggersi e per espellere il materiale tossico,
tuttavia esso non è pronto ad un invasore nano-tecnologico, poiché
è un nemico invisibile. Normalmente l’organismo ricorrerebbe alla
biotrasformazione e rimuoverebbe il materiale tossico, ma non nel
caso del Morgellons, che sembra avere un’intelligenza propria,
visto che crivella l’organismo con le sue fibre e lo aggredisce con
una continua auto-replicazione.

SECONDA PARTE

Fonte: http://sciechimiche-zret.blogspot.com/2007/09/il-rapporto-staninger-seconda-parte.html

I normali composti confrontati con quelli del Morgellons,
attraverso la biotrasformazione.

Un certo numero di enzimi degli organismi animali è capace di
trasformare le sostanze estranee, solubili nei grassi, in modo tale
da renderli solubili nell’acqua. Queste reazioni enzimatiche sono
di due tipi: reazioni della fase 1, che comprendono l’ossidazione,
la riduzione e l’idrolisi; le reazioni della fase 2, che includono
la coniugazione o reazione di sintesi […]

La sorte di una particolare sostanza chimica è determinata dai suoi
prodotti fisico-chimici. I composti organici volatili possono
essere eliminati attraverso i polmoni, senza alcuna
biotrasformazione. Quelli con gruppi funzionali possono essere
coniugati direttamente, mentre altri sono soggetti alle reazioni
della fase 1, prima della coniugazione. La biotrasformazione è
spesso integrata e può essere complessa. A causa della sua
complessità, gli squilibri tra le reazioni della fase 1 e della
fase 2 o i cambiamenti nelle funzioni metaboliche, sono spesso
causa di danni ai tessuti.

Localizzazione nelle cellule e negli organi della biotrasformazione.

Gli enzimi o i sistemi enzimatici che catalizzano la
biotrasformazione di composti estranei sono localizzati
prevalentemente nel fegato. Ciò non deve sorprendere, poiché la
funzione primaria del fegato è quella di ricevere e di
metabolizzare le sostanze chimiche assorbite dal tratto
gastrointestinale, prima che siano distribuite agli altri tessuti.
Il fegato riceve tutto il sangue che ha irrorato la milza, che
contiene nutrienti ed altre sostanze estranee. A causa di ciò il
fegato ha sviluppato la capacità di estrarre queste sostanze
rapidamente dal sangue e di modificarle chimicamente, prima che
esse siano immagazzinate, secrete nella bile o messe in circolo.
Altri tessuti possono biotrasformare sostanze estranee. Tessuti non
epatici hanno capacità limitate in relazione alla diversità delle
sostanze chimiche che possono metabolizzare, cosicché il loro
contributo all’intera trasformazione delle sostanze estranee è
limitata. Comunque la biotrasformazione di una sostanza chimica in
un tessuto non epatico, può avere un’importante implicazione
tossicologica, per quel particolare tessuto.

Localizzazione subcellulare degli enzimi di biotrasformazione.

La biotrasformazione dei composti estranei all’interno del fegato è
compiuta attraverso numerosi sistemi enzimatici. Essi possono
modificare chimicamente un’ampia gamma di sostanze tossiche, che
entrano nell’organismo attraverso l’ingestione, l’inalazione, la
pelle o un’iniezione. Gli enzimi della fase 1, quelli che
aggiungono o manifestano gruppi funzionali, sono localizzati
soprattutto nel reticolo endoplasmico, una rete di canali presenti
nel citoplasma della maggior parte delle cellule. Questi enzimi
sono legati alle membrane, dal momento che il reticolo endoplasmico
è fondamentalmente una membrana composta di lipidi e di proteine.
La presenza di enzimi all’interno di una matrice lipoproteica è
critica, dal momento che le sostanze lipofiliche tendono a
scindersi in una membrana di lipidi, luogo della biotrasformazione.

Quando il fegato è rimosso in laboratorio e reso omogeneo, il
reticolo endoplasmico tubolare si sfalda e frammenti della membrana
si rompono per formare micro vescicole. Esse sono riferite ai
microsomi, i quali possono essere isolati attraverso un
procedimento di centrifugazione del fegato, così omogeneizzato. Se
la frazione residua che risulta dalla centrifugazione del fegato
omogeneizzato a 9000xg (per rimuovere i nuclei, i mitocondri ed i
lisosomi, come le cellule intatte ed i frammenti della membrana) è
soggetta a centrifugazione a 105,00xg, si ottiene una pallina piena
di microsomi. La frazione risultante, che contiene un certo numero
di enzimi solubili, è riferita al citosol. Questo citosol contiene
molti degli enzimi della biotrasformazione della fase 2. Molti
degli enzimi di biotrasformazione sono riferiti al citosol o ai
microsomi per indicare la localizzazione sub-cellulare degli
enzimi.

Gli enzimi microsomici che catalizzano le reazioni della fase 1,
sono caratterizzati soprattutto dall’abilità di metabolizzare i
farmaci. Così, la maggior parte della letteratura si riferisce a
questi enzimi come a microsomi, dal momento che gli enzimi
convertono i farmaci in prodotti polari, ma agiscono anche su
numerose sostanze chimiche. Inoltre, la parola biotrasformazione è
preferita a quella di metabolismo dei farmaci, poiché esprime la
natura universale delle reazioni. Infine designa il normale
processo metabolico di nutrienti e la biotrasformazione di sostanze
chimiche estranee.

TERZA PARTE

Fonte: http://sciechimiche-zret.blogspot.com/2007/09/il-rapporto-staninger-seconda-parte.html

Disintossicazione

Gli enzimi della fase 1 e della fase 2 convertono le sostanze
chimiche estranee in forme che possono essere facilmente espulse;
esse sono spesso riferibili agli enzimi di disintossicazione.
Comunque dovrebbe essere sottolineato che la biotrasformazione non
è strettamente legata alla disintossicazione. In un certo numero di
casi, i prodotti del metabolismo sono più tossici dei composti
originali. Questo è particolarmente vero per alcuni composti
chimici cancerogeni e per un numero di sostanze che causano la
necrosi cellulare del polmone, del fegato e del rene. In molte
circostanze, un metabolita tossico può essere isolato ed
identificato. In altri casi, sostanze intermedie altamente
reattive, vengono formate durante la biotrasformazione di una
sostanza chimica. Il termine “bioattivazione” è spesso usato per
indicare la formazione enzimatica delle sostanze intermedie
reattive. Si pensa che esse determinino gli eventi che portano alla
morte della cellula, al tumore indotto chimicamente, alla
teratogenesi e ad altre patologie.

Le persone malate di Morgellons hanno le reazioni contrarie della
fase 1 e 2, poiché esse sperimentano parametri fisiologici
specifici come bassa temperatura corporea, pressione sanguigna
elevata, alta conducibilità dell’urina, gel e fibre fluorescenti
sul corpo simili a microscopici tatuaggi fluorescenti. Tutti i
pazienti affermano di aver percepito come la puntura di un ago,
attraverso la pelle e soffrono di un insopportabile prurito.

Nanotecnologie

La nanotecnologia presenta nuove opportunità per creare migliori
materiali e prodotti. Da tempo, nanomateriali sono disponibili sul
mercato statunitense, nell’ambito dell’abbigliamento, dei tessuti,
dei computers, dei cosmetici, dell’equipaggiamento sportivo e degli
strumenti medici. Un quadro generale della ricerca Mtech relativo
alle società che lavorano nel campo della nanotecnologia, ha
identificato circa 80 prodotti e più di 600 materiali grezzi,
componenti intermedi ed articoli industriali che sono usati dai
produttori. La nostra economia sarà sempre più condizionata dalla
nanotecnologia, quanto più si diffonderanno i prodotti contenenti
nanomateriali che passeranno dal campo della ricerca e dello
sviluppo a quello della produzione e del commercio.

La nanotecnologia ha anche la potenzialità di migliorare
l’ambiente, sia attraverso le applicazioni dirette dei
nanomateriali per individuare ed eliminare gli inquinanti, sia
indirettamente, usando la nanotecnologia per sviluppare processi
industriali più puliti e per creare prodotti ecocompatibili.
Tuttavia esistono domande senza risposta sull’impatto dei
nanomateriali e dei nanoprodotti sulla salute umana e sull’ambiente
e l’E.P.A. ha l’obbligo di assicurare che i rischi potenziali siano
adeguatamente compresi per proteggere la salute umana e l’ambiente.
Dal momento che i prodotti nanotecnologici diventano sempre più
numerosi e diffusi nell’ambiente, l’E.P.A. sta considerando come
agire circa i progressi della nanotecnologia per rafforzare la
protezione ambientale. Inoltre sta esaminando l’impatto delle
nanotecnologie in relazione ai programmi ambientali, alle esigenze
di ricerca ed agli approcci decisionali. Attualmente l’unico codice
di regolamentazione che mira a valutare il rischio ambientale delle
nanotecnologie, fa capo alla città di Berkley, in California.
Alcuni esempi di questa tecnologia applicata alla ricerca privata
si riferiscono alla composizione di fibre usate per indirizzare le
ricerche.

Iniettori di nano tubi di carbonio – Un nano tubo al carbonio unito
a punti quantici rivestiti di streptavidina, sviluppato da Xing
Chen, Andrax Kis, Alex Zetti e Carolyn Bertozzi della Università
della California di Berklely. La loro caratteristica unica è la
capacità di trasferire i geni.

Nanomotore – Carlo Montemagno della Cornel University ha creato un
motore molecolare delle dimensioni pari ad un quinto di un globulo
rosso. I componenti chiave sono le proteine dell’Helicobacter Coli,
attaccato ad un asse di nichel e ad un’elica che è alimentata
dall’ATP, l’energia che l’organismo stesso usa per tutte le
funzioni vitali. Questo motore molecolare, però, funziona con
un’efficienza che va dall’1 al 4%, notevolmente inferiore a quella
degli organismi viventi, che possono raggiungere un’efficienza del
100%.

Nanobombe – I ricercatori del Michigan hanno creato nanobombe
intelligenti che sono in grado di aggirare il sistema immunitario e
di introdursi nelle cellule malate per ucciderle o per diffondere
dei farmaci.

Nanoelettrosensori – Strumenti elettronici che possono far
secernere specifici ormoni alle cellule, allorquando l’organismo ne
ha bisogno e generatori di elettricità che si autoassemblano
all’interno della cellula.

Nanofarmaci – Un’altra idea è quella di interagire direttamente con
le cellule, così che esse possano essere trasformate in “industrie
farmaceutiche” per produrre medicine su richiesta. Milan Mrksich,
chimico dell’Università di Chicago, progetta di agganciare le
cellule a circuiti elettronici legandoli ad un tappeto di bracci
molecolari. Catene di carbonio della lunghezza da 10 a 20 atomi,
sono attaccate ad una lamina dorata con atomi di zolfo. I trefoli
sono addensati così strettamente che stanno dritti sulla
superficie. Ciò crea una “boscaglia” di villi metallici appiccicosi
molecolari, per catturare e manipolare le cellule.

Punti quantici, nanoparticelle, nanotubi di carbonio (nella
microelettronica) ed altri nanostrumenti usa e getta, possono
costituire nuove classi di nanospazzatura di inquinanti ambientali
non bio-degradabili che potrebbero causare patologie assimilabili
ad una subdola forma tumorale da amianto (asbestosi).

Il quadro delle possibili reazioni immunitarie avverse è già stato
precisato. Gli scienziati hanno già sviluppato materiali sintetici
che non causano (?) problemi quando vengono introdotti
nell’organismo, a cominciare dalle protesi di silicone per il seno.
Gli strumenti nanotecnologici sono peggiori. David Williams,
consigliere dell’unione Europea per i problemi della percezione
delle tecnologie mediche afferma: “Il corpo umano è disegnato per
respingere o attaccare agenti estranei delle dimensioni di una
cellula”. Ancora peggio, gli strumenti nanotecnologici potrebbero
inibire il sistema immunitario irreversibilmente.

Se strumenti così piccoli sono in grado di sfuggire al sistema
immunitario, ci si chiede quali saranno gli effetti sulle membrane
cellulari, sul nucleo del DNA e sulla sua membrana. Se i
nanomateriali sono costituiti da plasmidi di funghi, batteri o
virus, questi nuovi materiali si mescoleranno e si legheranno ai
nostri costituenti interni delle cellule? (Mutazione genetica –
ndr)

Le nanotecnologie e l’ambiente

Nel libro bianco del NIOSH sulle nanotecnologie, si afferma
specificamente che i nanomateriali sono così piccoli che essi non
danneggiano le cellule viventi. Tuttavia, recenti studi sull’uso
dei nanotubi nei polmoni dei ratti, hanno dimostrato che essi si
ammalano o muoiono dopo il trattamento.

Nel progetto FMN, due persone affette da Morgellons hanno
sottoposto dei campioni ad un’analisi che si è avvalsa del
microscopio elettronico; i campioni sono stati confrontati con il
materiale di ricaduta delle scie chimiche diffuse nei cieli del
Texas. L’esame ha rivelato che il materiale in tutti i campioni
erano rintracciabili vari stadi di sviluppo o degradazione delle
sostanze trovate negli ospiti (Anna e Lilly): il campione delle
scie chimiche corrisponde a quello delle donne esaminato. I
campioni provenivano da zone distanti 1.500 miglia l’una
dall’altra.

Il nostro ambiente ha visto i risultati della diffusione di
sostanze chimiche nel suolo, nell’acqua e nell’aria. Il DDT immesso
rapidamente sul mercato quasi quarant’anni fa dalla American Bald
Eagle, è stato un esempio perfetto di come una sostanza chimica può
danneggiare la catena alimentare di altri animali. I nanomateriali
, che vengono diffusi nei fiumi e nell’aria, sono una bomba ad
orologeria per l’ambiente. E’ importante sia per gli scienziati sia
per l’opinione pubblica controllare da vicino gli sviluppi della
nanotecnologia e discernerne i fatti reali, per determinare se
realmente può migliorare la nostra vita senza compromettere la
dignità e l’integrità della specie umana.

Dott. ssa Hildegarde Staninger
Traduzione di Zret & Straker

Un particolare ringraziamento va alla Dottoressa Staninger per la
fattiva collaborazione.

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Doull’s Toxicology: The Basic Science of Poisons, 4th Edition.
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10. Staninger, Hildegarde. Project: Fiber, Meteroite & Morgellons.
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13. Staninger, Hildegarde. Project: Fiber, Meteroite & Morgellons.
Phase I and II. http://www.rense.com/morgphase/phase2_1.htm © March
2007

14. Environmental Defense Fund & Dupont. Brochure: NANO Risk
Framework. (http://www.dupont.com/ &
http://www.environmentaldefensefung.com/ )

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Written by rudy2

October 21, 2010 at 14:47

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