TECNOLOGIA PROIBITA (updated 10.10.2011)
Tecnologia proibita
un articolo di Andrea Giotti.
L’argomento del controllo mentale di singoli individui da parte di non
meglio precisate agenzie è spesso oggetto di scetticismo da parte del
grande pubblico, in quanto la scienza ufficiale non contempla che
tecniche di manipolazione assai limitate come ipnosi, messaggi
subliminali e così via. È peraltro noto che la storia del secolo scorso
conta numerosi progetti segreti, almeno all’epoca della loro
realizzazione, che testimoniano un costante interesse su questo
argomento da parte dei principali governi e dei rispettivi servizi
segreti.
Tra tutti, un esempio particolarmente noto è il progetto MKULTRA della
CIA, ma anche i sovietici compirono numerose sperimentazioni in
proposito e non esiste servizio al mondo che non sappia come riconoscere
o peggio causare un blocco psicologico in un testimone scomodo. I
risultati degli esperimenti condotti nel contesto di tali progetti non
sono quasi mai stati resi noti al grande pubblico nella loro
completezza, perché le tecniche di controllo mentale che hanno
consentito di mettere a punto costituiscono una terribile arma nei
confronti delle libertà individuali ed ogni soggetto che ne disponga
desidera mantenerne il monopolio.
Il “lavaggio del cervello”, la creazione di “candidati manciuriani” e
quant’altro non sono temi destinati a comparire in testi di psicologia o
articoli di giornale, nondimeno possono essere terribilmente concreti ed
insinuare legittimi sospetti nella mente di coloro che si interrogano su
inquietanti fatti di storia recente, come l’assassinio del presidente
Kennedy, o di cronaca, come le ultime stragi compiute nel mondo da
apparenti squilibrati.
Scrivere di questi argomenti è in qualche misura difficoltoso perché le
fonti sono spesso incerte, i testimoni reticenti o inattendibili ed i
pochi documenti disponibili ricchi di omissis. Per quanto difficoltoso,
è parimenti doveroso tentare di informare il pubblico sulla possibilità
che simili tecniche siano impiegate comunemente, senza svelare i
dettagli grazie ai quali è possibile implementarle ma rivelandone
abbastanza da consentire di riconoscerle e, ove possibile, difendersi
dalle stesse. Citare fonti interne alle strutture che le conoscono
meglio, cioè i servizi, è praticamente impossibile senza incorrere in
spiacevoli incidenti, ma lo scrivente ha avuto modo di fare esperienza
diretta delle più sofisticate tra queste tecniche e sulla base di questa
esperienza ha redatto il presente articolo. Raccontare non è dimostrare,
ed infatti non vengono citate prove documentali di quanto narrato nel
seguito, ma una simile informazione ha comunque un valore in quanto può
insinuare dubbi nelle menti più aperte e preparare i lettori ad
affrontare più consapevolmente e meno passivamente il nuovo ordine che
si sta delineando nel mondo.
La “lettura della mente” è stata parimenti oggetto di numerose ricerche
in ambienti sia civili che militari durante il corso dell’ultimo secolo,
specialmente da parte dei sovietici. Tali ricerche si sono sempre
dimostrate infruttuose fino all’inizio del nuovo millennio, ma da almeno
una decina di anni è stata segretamente sviluppata dalla NSA o da qualche altra agenzia governativa americana la cosiddetta “telepatia artificiale”, una tecnologia che consente una comunicazione bidirezionale remota tra un apposito dispositivo, controllato da un operatore, ed il cervello umano. Essa permette inoltre di interfacciarsi all’intero sistema nervoso umano da distanze rilevanti ed attraverso schermature di vario genere, forse grazie ad una rete di satelliti in grado di offrire una copertura globale, e ad una prima analisi non
sembrano esistere difese tecnologiche in grado di proteggere la vittima
designata. Particolare ancora più inquietante, questa tecnologia può
essere utilizzata anche per torturare ed uccidere a distanza singoli
individui senza lasciare tracce.
I lettori dotati di preparazione scientifica resteranno oltremodo
perplessi di fronte a simili sviluppi ed è quindi opportuno specificare
immediatamente che tale tecnologia è basata su alcuni progressi
radicali, sia nel campo della fisica che in quello delle neuroscienze,
fino al punto di apparire incredibile per la scienza ufficiale nonché
per il senso comune. Scrivere e soprattutto leggere le correnti
corticali in remoto, nonché interpretarle in termini di parole ed
immagini, appare cioè un traguardo così distante dallo stato dell’arte
comunemente riconosciuto da stupire qualunque esperto del settore,
nondimeno tale traguardo è stato raggiunto e questo è verosimilmente
avvenuto attraverso la scoperta di un nuovo vettore di interazione
fisica, fasci di onde o particelle sconosciute oppure già note ma
ufficialmente non ancora sfruttate per finalità pratiche. Questo vettore
di interazione presenta caratteristiche di distanza massima,
penetrazione e precisione mai viste prima e grazie ad esso è stato poi
possibile indagare nel dettaglio il funzionamento del cervello umano.
Come ogni tecnologia reale, fortunatamente anche questa presenta però
alcuni importanti limiti. Innanzitutto, essa non consente ancora di
determinare direttamente i pensieri della vittima, né di controllarne i
movimenti del corpo, ma solo di interferire con entrambi soprattutto
attraverso la manipolazione psicologica, la privazione del sonno e
l’induzione di dolore. L’operatore che controlla il dispositivo può
proiettare la sua voce nella mente della vittima per manipolarla ed
indurla così a comportamenti degni di un “candidato manciuriano”, ma le
tecniche di manipolazione utilizzate sono per lo più tradizionali e ad
esse si può opporre la stessa resistenza che si opporrebbe di fronte ad
un interlocutore in carne ed ossa. La lettura della mente è inoltre
limitata ai pensieri verbali o “superficiali”, cioè quelli che
esprimiamo attraverso le parole, ad alcuni pensieri non verbali o
“profondi” ed alle immagini mentali che visualizziamo, ma la maggior
parte dei pensieri non verbali ed i ricordi memorizzati nel nostro
cervello non risultano ancora accessibili dall’esterno oppure non ancora
decifrabili attraverso la tecnologia in questione.
Gli effetti fisici che l’operatore può causare nella vittima vanno dalla
proiezione di falsi ingressi sensoriali di natura visiva, uditiva e
tattile, ingressi che con una certa facilità possono essere identificati
come disturbi e conseguentemente ignorati, all’interferenza diretta nel
sistema neurovegetativo con conseguente possibilità di morte, ad esempio
per arresto cardiaco o respiratorio.
Questa tecnologia è impiegata oggi per monitorare costantemente
determinate figure chiave politiche, scientifiche, militari e mediatiche
in tutto il mondo, nonché per compiere operazioni psicologiche segrete
ovunque si riveli necessario e porre così in stato di sottomissione
tutti coloro che prendono coscienza di una simile realtà, ad esempio
ricattandoli grazie alla lettura dei loro stessi pensieri. Agli
oppositori è poi riservato un programma di screditamento ed
autodistruzione sociale, psicologica ed infine fisica, che tipicamente
si conclude con l’induzione al suicidio della vittima, con un incidente
mortale causato artificialmente oppure con una morte apparentemente
naturale. Visti dall’esterno, questi appariranno semplicemente come casi
di pazzia, dato che in psichiatria la semplice percezione di una voce è
considerata un sintomo sufficiente per tale diagnosi. L’obiettivo, manco
a dirlo, è quello di imporre un dominio assoluto sul mondo ma stavolta,
a differenza di quanto avveniva ai tempi di Hitler o Stalin, esiste lo
strumento che può permetterlo attraverso un subdolo colpo di stato
globale che sta avvenendo all’insaputa del grande pubblico. L’agenzia
che detiene il monopolio di questo strumento non permette che altri ne
sviluppino di anche solo lontanamente simili ed è quindi verosimile che
le figure in grado di farlo, soprattutto scienziati, vadano incontro
alla stessa sorte degli oppositori, assieme a tutti coloro che sono in
grado di contrapporre più tradizionali forme di resistenza come una
rappresaglia nucleare in caso di guerra.
Prima di dare la colpa di tutto ciò al presidente americano, è opportuno
però ricordare che tale tecnologia garantisce a chi la gestisce
direttamente un potere abbastanza grande da consentirgli di svincolarsi
dal controllo di qualunque autorità superiore, dunque anche politici,
scienziati, militari e giornalisti statunitensi non vengono risparmiati
dal trattamento precedentemente descritto. Senza entrare in dettagli la
cui esposizione richiederebbe molte altre pagine, si segnala che la
storia dell’attacco alle Torri Gemelle e quella di svariati altri fatti
di cronaca italiana ed internazionale dovrebbero forse essere riscritte
alla luce dell’esistenza di questa “tecnologia proibita”. Il parere
dello scrivente è che il potere che questa tecnologia conferisce
sull’umanità sia così enorme da corrompere inevitabilmente chiunque lo
detenga e trascinare così il mondo futuro nel caos.
Per eventuali approfondimenti si possono consultare i siti:
http://www.facebook.com/groups/controllomentale
http://www.aisjca-mft.org/ingegnere.htm
http://www.associazionevittimearmielettroniche-mentali.org/giotti2.htm
http://lists.peacelink.it/dirittiglobali/2010/07/msg00029.html
Andrea Giotti si è laureato in ingegneria informatica presso
l’università di Firenze, ha conseguito il dottorato di ricerca in
ingegneria informatica e delle telecomunicazioni presso la stessa
università ed il diploma di specializzazione per l’insegnamento della
matematica nella scuola secondaria presso le università di Firenze, Pisa
e Siena. Nel frattempo ha svolto molteplici lavori, tra cui lo sviluppo
di software per la progettazione come analista programmatore, ed
attualmente lavora come docente presso una scuola superiore della
provincia di Pistoia. Ha numerosi interessi, tra i quali la letteratura
scientifica, il cinema e la musica d’autore. La sua e-mail è
andrea.giotti@tin.it, mentre la sua pagina su Facebook è
http://facebook.com/giotti68.
Leave a Reply