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RAGGI LASER,ULTRASUONI,MICROONDE,GAS ILLEGALI

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Liberazione 11 gennaio 2004 
Il Pentagono scopre la frontiera delle armi non letali.

Sulla pelle dei prigionieri di Guantanamo La guerra del futuro: raggi laser, ultrasuoni, microonde, gas illegali Sofisticati raggi laser, cannoni all’ultrasuono, missili a microonde, miscele di gas al limite del venefico. La nuova frontiera della guerra corre sul filo della “non -letalità”, un concetto che, secondo gli esperti del Pentagono, dovrebbe caratterizzare i prossimi conflitti del nostro millennio. L’intenzione sembra nobile e pratica allo stesso tempo: non più cruente uccisioni e inutili spargimenti di sangue ma un raffinato dispositivo di contenimento fisico. Peccato che la ricerca futurista, oltre ai test virtuali, comporti la sperimentazione su persone in carne ed ossa. All’occorrenza sui prigionieri della base di Guantanamo, il girone infernale dove l’amministrazione Bush spedisce i nemici dell’America.

Lo rivela il sito investigativo francese réseau voltaire, specificando che gli esperimenti sulle cavie umane hanno luogo anche nelle basi Kanehoe Bay (Haway) e di Courtney (Okonawa), altri meno noti centri di detenzione dei prigionieri della guerra permanente. Si tratta di saggiare la resistenza dei soggetti a “stimoli” visivi, olfattivi, tattili e sonori, iniezione di sostanze sedative. Un po’come accade per i nuovi metodi d’interrogatorio dei servizi Usa, dove la dottrina delle “costole spezzate” è stata progressivamente sostituita da un’articolata sequenza di tortura psicologica a base di dosaggi successivi di sostanze prostranti. La scelta è in fondo coerente, visto che i dirigenti repubblicani non hanno mai trattato i presunti terroristi come esseri umani dotati di diritti, in manifesto affronto a tutte le convenzioni internazionali sui detenuti. Lo sviluppo illegale di gas tranquillanti condotto nei laboratori della Glaxo e rivelati in settimana dal Sunshine, (un piccolo watchdog group che si occupa di armi non convenzionali), è in linea con questa concezione del diritto.

E’ quasi un decennio che i vertici militari statunitensi in accordo con il Congresso sono impegnati nella realizzazione del programma armi non letali, ma dopo gli attentati dell’11 settembre le ricerche, dirette dall’ammiraglio Arthur K. Cebrowski, hanno subito una netta accelerazione, aumentando il budget a 30 milioni di dollari l’anno. Specialmente nella prevenzione degli attentati sui voli di linea al fine di neutralizzare i “pirati dell’aria” in un eventuale dirottamento suicida. Al vaglio vi sono soluzioni hollywoodiane come il controllo dei veivoli da terra attraverso un sistema d’allerta in grado di immobilizzare i passeggeri con specifiche miscele chimiche e di guidare l’aereo dalla torre di controllo.

Oltre a violare qualsiasi principio di dignità umana, infliggendo ai reclusi infgiustificate torture, ci sono altri aspetti che depongono a sfavore dell’impiego di tali armamenti. Simili dispositivi, proprio in virtù della loro supposta non letalità, possono infatti rivelarsi assai pericolosi e sfuggire al controllo di chi ne dispone: lo sconsiderato blitz dei reparti speciali russi che, nell’ottobre 2002, mise fine al sequestro del teatro Dubrovka uccidendo 129 persone con un gas inizialmente dosato per non provocare la morte, ne è stata una tragica dimostrazione. Guarda caso il gas era lo stesso sperimentato nei laboratori Glaxo, fornito a Mosca dagli amici americani.

da “Liberazione”

Di Daniele Zaccaria.

Written by rudy2

August 7, 2010 at 20:18

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